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Armando Mancini.

Dal primo settembre è in vigore la legge che limita gli sconti sui libri. L'ennesima riprova di quanto siano tutelati i cittadini...

Sono sempre stato un amante dei libri: mi piace leggerli, possederli, toccarli, tanto da essere riuscito dopo anni a dedicare una stanza proprio ad essi (definirla biblioteca mi pare troppo, ma comunque sono presenti circa un migliaio di libri); li ho comprati nei modi e posti più disparati, dal mercatino che li vendeva a chili, in libreria, nei supermercati, on-line; per ora, pur essendo un "homus technologicus", mi tengo alla larga dagli e-book, perchè come detto, mi dà soddisfazione il libro di carta; ora apprendo che una legge (Legge Levi) dal primo settembre 2011 impedirà gli sconti oltre il 15% e fissa un tetto massimo del 25% da applicare una sola volta all'anno. Levi è del PD ed è lo stesso che redasse un'altra legge molto discussa quella sugli obblighi editoriali dei siti web, altra legge fondamentale per lo stato, e per il popolo bue....

L'ennesima bischerata partorita da un parlamento (la legge Levi è stata votata in modo bi-partizan) che trova ogni volta il modo di sorprendermi in negativo per la sua incapacità, visto che continuo a non comprendere chi dovrebbe avvantaggiarsi da questa legge scellerata...

Non certamente i cittadini, per lo quei pochi che ancora leggono, che si troveranno a dover fare i conti con l'immancabile ricarico, per sostenere un settore da tempo in crisi evidente. L' Italia è tra le nazioni in cui si legge meno, e questo provvedimento certo non invertirà la tendenza...

Non certamente i venditori, che vedranno le loro vendite diminuire, considerato che un buon 50% degli introiti deriva appunto da vendite con sconti.

Certamente non le biblioteche che riuscivano a concordare sconti per volumi superiori al 35% proprio grazie ad acquisti multipli.

Non certamente gli editori, che pur facendo lobby in modo patetico, si troveranno inevitabilmente a dover fare i conti con una editoria assistita, nei libri come già adesso avviene con i giornali di partito, letti da 4 gatti nostalgici e probabilmente "malati" vista l'età avanzata: il problema della lettura in Italia è oramai radicato e basta scorrere i numeri di (non) vendita di quotidiani e libri per avere un quadro preciso della situazione, quadro che peggiora sistematicamente di anno in anno.

Da molte parti sento dire che il provvedimento è in realtà teso a contrastare Amazon, il gigante dell'editoria online; non so se ciò corrisponde alle reali intenzioni degli illuminati autori della legge, ma se cosi fosse, sarebbe l'ulteriore dimostrazione di quanto la nostra classe politica sia inadeguata; Amazon è un gigante della vendita online e lo è da ben prima di quando è attivo il suo sito italiano; nei volumi di vendita di Amazon, la quota italiana era ed è sempre stata risibile; i prezzi e l'efficienza di un servizio universalmente riconosciuto al top come Amazon devono essere contrastati in ben altro modo che con leggi stupide come la Levi, che avranno come unico risultato quello di fare "incartare" (il termine calza a pennello) ulteriormente il settore.

In che stato versi l'editoria italiana è sotto gli occhi di chiunque sia un minimo calato nella realtà quotidiana: libri scolastici che aumentano invariabilmente tutti gli anni con l'escamotage patetico e truffaldino della "nuova edizione", molte volte un mero cambio di copertina; premi letterari che sono più specchietti per le allodole e per critici (il più importante, il premio strega mediamente porta in dota 150000 copie, a ben guardare cifre basse), gli scrittori quando non fanno dichiaratamente la fame, sono comunque sottopagati, ad eccezione degli "dei dell'olimpo" ovvero quegli scrittori da best-seller. Nutro fortissimi dubbi su un effetto calmeriante della legge sui prezzi: se il settore non riesce a fare utili sufficienti è perché è sbagliato il modello di business in uno o più dei suoi passaggi, ma non è certo riducendo gli sconti che si incrementeranno le vendite...

Per intenderci non è che gli sconti debbano essere obbligatori; in Francia esistono precise limitazioni e addirittura in Germania sono proibiti, ma l'Italia è un paese dove quasi il 60% delle persone non legge neanche un libro all'anno. La scuola è talmente malmessa che manca la carta igienica, figuriamoci i libri; se in Germania e Francia si spendono mediamente 20 Euro a studente in libri, mentre in Italia ne spendiamo solo 3, è inutile farci illusioni sul futuro...

Insomma se avevate intenzione di spegnere la tv dei grandi fratelli e delle grandi sorelle, e magari vi era venuta la malsana intenzione di leggere un libro, fatelo pure ma sappiate che non sarà più scontato... In Italia non bisogna più dare nulla di scontato... per legge.

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